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Il Festival dello Spazio di Busalla 2020

LA QUARTA EDIZIONE

Come annunciato alla cerimonia di chiusura del Festival 2019, l’edizione 2020 del Festival ha sviluppato il tema scientifico de “la vita nel cosmo”. Si è parlato di missioni spaziali europee destinate allo studio degli esopianeti, si è approfondito il tema della dinamica biochimica della nascita della vita e si è passato in rassegna ambienti inusuali, terrestri ed extraterrestri ove la vita potrebbe svilupparsi. 

La sessione “New Space Economy”, alla sua seconda edizione, ha acquistato quest’anno un maggior peso, sia per la rilevanza delle aziende che hanno accettato di partecipare al nostro workshop, sia per il momento “storico” attuale che vede per la prima volta nascere in Italia un fondo di investimento, Primo Space, mirato all’aerospazio. La “democratizzazione” dello spazio sta aprendo le porte allo sviluppo di servizi a valle, offerti da nuove imprese, che innovano utilizzando dati e tecnologie spaziali, generando inedite soluzioni ad attività e servizi terrestri tradizionali. Questa evoluzione è possibile anche grazie alle infrastrutture spaziali che l’Unione Europea e l’ESA hanno realizzato nel corso del tempo – in particolare il sistema Galileo per la navigazione satellitare e la costellazione Copernicus di satelliti per l’osservazione della Terra. Esse mettono a disposizione una grande massa di dati, di interesse locale e globale e delineano un ecosistema fertile per nuove iniziative imprenditoriali.

Alla sessione Space Economy parteciperà anche Fondazione Amaldi, che ha un ruolo di facilitatore per l’accesso delle PMI al fondo italiano Primo Space e agli strumenti finanziari del European Investment Found dedicati alle PMI. Con la disponibilità di investimenti pubblici e con l’assistenza delle competenze che l’ESA mette a disposizione può svilupparsi un’innovazione portatrice di interessanti ritorni economici.

Al Festival ci sarà una sessione dedicata ai temi astrofisici più “caldi” del momento: la materia e l’energia oscura, entità “paradossali” invisibili e impercettibili che riempiono il vuoto. Gli astrofisici ne perlustrano nuove vie di ricerca con gli strumenti della matematica e della simulazione computazionale. L’ultima parola del Festival 2020, in collegamento da Houston, sarà di Luca Parmitano, astronauta italiano dell’ESA, da poco tornato “in Terra” dalla sua missione Beyond e dal comando della Stazione Spaziale Internazionale.

APOLLO 13

Nel cinquantesimo anniversario della missione Apollo 13, il Festival ha ospitato in video-conferenza Fred W. Haise, pilota del modulo lunare Aquarius, che divenne la scialuppa di salvataggio dell’equipaggio dopo l’esplosione sul modulo di comando. Fred Haise è uno dei pochissimi astronauti che hanno circumnavigato la Luna.

La Missione Apollo 13 è rimasta nella storia dell’esplorazione lunare con un’enfasi tutta particolare; fu un terribile naufragio nello spazio risoltosi a lieto fine, per la bravura degli astronauti e per l’impegno assoluto del Controllo missione a terra.

Se l’Apollo 11 è la missione storica del primo sbarco sulla Luna, molti ricordano ancor di più la missione dell’Apollo 13, anche grazie al film del regista Ron Howard con gli attori protagonisti Tom Hanks (Jim Lovell, comandante) e Ed Harris (direttore del Centro di Controllo), che con rigore storico e grande pathos ripercorre tutte le tappe di quell’avventura.

Il film Apollo 13 è stato proiettato in chiusura del Festival con un’introduzione del giornalista Antonio Lo Campo.

I CONTENUTI DEL FESTIVAL

Il programma scientifico

Fin dalle origini gli Umani si sono avventurati in territori inesplorati alla ricerca di nuove possibilità di sopravvivenza e di sviluppo, e hanno saputo adattarsi a condizioni ambientali diverse. Ovunque sulla Terra l’uomo ha trovato vita, e ha impiantato vita. La questione della vita extraterrestre intriga l’uomo da quando ha cominciato a guardare il Cielo interrogandosi sulla sua solitudine.

Negli ultimi 50 anni abbiamo iniziato l’esplorazione del nostro Sistema Solare, abbiamo sondato spazi interplanetari e abbiamo messo piede sulla Luna. L’evento di portata epocale equivalente alla conquista della Luna oggi potrebbe essere la scoperta di forme di vita nel cosmo.

Negli ultimi anni infatti si sono identificati – grazie in particolare alla sonda KEPLER – innumerevoli altri pianeti che ruotano intorno ad altre stelle, i cosiddetti pianeti extrasolari, o esopianeti, che si contano a miliardi solo nella nostra Galassia. Sono mondi decisamente fuori della portata delle nostre astronavi, e alcuni di essi, di caratteristiche abbastanza simili alla Terra, potrebbero ospitare la vita. Se davvero qualche lontano pianeta ospitasse vita, di quale vita potrebbe trattarsi? Se esistessero altri esseri consapevoli nell’universo, potremo mai arrivare a comunicare con loro?

Il programma scientifico del Festival – le relazioni dei ricercatori, planetologi ed esobiologi e la mostra Exoplanets dell’associazione Euresis – ci hanno aiutato a definire gli scenari compatibili con la vita in diversi ambienti estremi, terrestri ed extraterrestri. L’esposizione delle missioni CHEOPS e JUICE – l’una appena lanciata, l’altra in preparazione – ci iniziano rispettivamente all’esplorazione degli esopianeti terrestri e delle lune ghiacciate di Giove.

L’esplorazione umana di Luna e Marte, che è nei piani delle Agenzie Spaziali, conduce a ricerche nel campo dell’ingegneria di ecosistemi sostenibili; “serre spaziali” che dovrebbero darci autosufficienza nello spazio e che suggeriscono anche modelli di sviluppo ecologico sulla Terra.

Se la questione della vita extraterrestre è una ricorrente curiosità popolare collettiva, la comunità degli astrofici lavora a tutto vapore sugli interrogativi aperti attorno a materia ed energia oscure, realtà invisibili che popolano e regolano a nostra insaputa la tessitura del cosmo. È in gioco la coerenza dei nostri modelli cosmologici, e la sfida intellettuale si allarga anche sul piano della filosofia e della metafisica.  Anche per questo al Festival si avranno i contributi del ricercatore scienziato e… quello dello scienziato teologo.

LA MOSTRA: EXOPLANETS

Durante i giorni del Festival, a Villa Borzino è stata esposta la mostra Exoplanets, prestata dal Meeting di Rimini (www.meetingmostre.com) e realizzata dall’associazione di Astronomia e Astrofisica Euresis.

Con una importante sequenza di pannelli la mostra insegna come si scoprono gli esopianeti, quali missioni spaziali hanno raccolto immagini e dati di questi mondi, come si formano i pianeti e quali meccanismi astro-chimici possono portare alla complessità della vita.

La mostra è stata commentata al Festival da Benedetta Valerio.

L'ESPERIMENTO: LE COLTIVAZIONI SUBACQUEE DI NEMO'S GARDEN

Si può coltivare il basilico anche sott’acqua! Trattando di biologia in ambienti non convenzionali, non-terrestri, il Festival ci ha portato idealmente a Capo Noli ove l’azienda Ocean Reef sta dando corso a un originale esperimento di coltivazione alternativa, particolarmente utile per le regioni del mondo ove la terra coltivabile è scarsa e le aree sottomarine sono vaste e non sfruttate. Le caratteristiche fitochimiche del basilico coltivato in serre sottomarine vengono confrontate con quelle del basilico terrestre coltivato in condizioni normali al Centro di Ricerca Orticoltura e Florovivaismo (CREA) di Sanremo.

LO SPETTACOLO: PORCHETTA MISSION

Si tratta di un monologo scritto, messo in scena e interpretato da Gianfelice D’Accolti, che racconta in chiave ironica e surreale del viaggio verso una meta siderale, l’asteroide Porchetta. Il nostro futuro “spazio-comico” sarà fatto di dominio e colonizzazione? La scienza sarà messa al servizio del potere?

La pièce, che ha già girato con successo in Italia dalla Toscana alla Puglia, ma è ancora inedita in Liguria, profila uno scenario di scienziati privati della loro creatività, messi sotto torchio in cambio di soldi e di benefits, e denuncia il  rischio di una deriva verso la spersonalizzazione e l’uniformità che si instaurerebbero quando tutti guardassimo uno stesso canale di informazione.