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La dimensione culturale dell’avventura spaziale

“Siamo venuti in pace per tutto il genere umano” recita la targa che fu lasciata sulla Luna dagli astronauti in occasione del primo storico allunaggio nel 1969, mentre l’umanità intera condivideva quell’evento epocale, grazie alla prima disponibilità di mezzi di comunicazione globali tramite la TV.
C’è dunque nell’esplorazione umana dello spazio una dimensione umanistica e culturale che va ben oltre il progresso scientifico e tecnologico che pure essa stimola e produce; le sonde automatiche si arrischiano in ambienti assai più lontani e ostili di una missione abitata dall’Uomo, ma la passione collettiva vuole anche il coinvolgimento “fisico ed emotivo” nell’impresa, come nel raggiungimento di una vetta terribilmente difficile, come nel superamento di un primato sportivo al limite del possibile, tanto più perché nell’impresa spaziale la scala dello sforzo richiede la partecipazione di un’intera nazione. Non è dunque sorprendente che il viaggio nel Cosmo continui ad ispirare artisti, narratori, registi, filosofi, una grande famiglia interdisciplinare rappresentata magistralmente nella Scuola di Atene di Raffello.
Viaggio nello Spazio ha debuttato a Novi Ligure al Museo dei Campionissimi il 26 marzo 2019 e un’edizione speciale dello spettacolo è andata in scena il 7 settembre 2019 a Giuncarico nel grossetano, il paese natale di Mario Grossi, uno degli scienziati ispiratori della missione del satellite Tethered. Quello spettacolo onorava la memoria dello scienziato italiano, nel ventennale della sua scomparsa.