Sabato 28 Luglio ore 12:15
Alberto Buzzoni e’ Astronomo Associato dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) presso l’Osservatorio di Astrofisica e Scienza dello Spazio (OAS) di Bologna. Ha lavorato molti anni all’estero, in Spagna e in gran parte del Latinoamerica. Oltre a studiare le galassie lontane e le loro implicazioni cosmologiche, si dedica da molti anni anche allo studio dinamico dei satelliti artificiali e al problema dei detriti spaziali (la cosiddetta Sindrome di Kessler). E’ inoltre rappresentante scientifico nell’Ufficio di Progetto di PRISMA, la rete italiana per lo studio delle meteore, e rappresentante nazionale dell’INAF in OCIS, l’organismo per il coordinamento delle attività di Sorveglianza Spaziale e Difesa in Italia (assieme ai colleghi dell’Agenzia Spaziale e dello Stato Maggiore della Difesa).
Auditorium.
Il lungo viaggio della missione Cassini-Huygens è incominciato vent’anni fa, alle 4.43 di una calda notte dell’ottobre 1997. Ma la storia di quella che è la più grande e ambiziosa missione finora mai realizzata per l’esplorazione di un pianeta è incominciata molto prima, a valle del successo così come dei molti interrogativi aperti lasciati dai fly-by delle missioni Voyager. La missione, dedicata all’Astronomo italiano Gian Domenico Cassini e all’astronomo olandese Christian Huygens, è il frutto di una partnership stipulata nel 1989 fra NASA, ESA e ASI. Nell’ambito del progetto, che si è concretizzato nel lancio dell’orbiter Cassini della NASA e del lander Huygens dell’ESA, l’Italia ha assunto la responsabilità della realizzazione di uno degli elementi più critici: l’antenna ad alto guadagno (di 4 metri di diametro, nemmeno immaginabile prima). Oggi, a oltre dodici anni dalla sua entrata nell’orbita di Saturno e dalla discesa di Huygens nell’atmosfera di Titano, Cassini ha eseguito la sua ultima manovra, lasciandoci in eredità dati scientifici di ineguagliabile valore